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E’ degli ultimi giorni la polemica sorta tra la Santa Sede e Israele dopo le dichiarazioni del Card. Segretario di Stato P. Parolin che martedì 13 febbraio, al termine dell’annuale incontro per la celebrazione dei Patti Lateranensi, dialogando con i giornalisti, ha usato queste parole per descrivere cosa sta accadendo a Gaza:
QUI la trascrizione dell’intervento, ripresa da AgenSir in “Medio Oriente: card. Parolin, “diritto alla difesa di Israele non giustifica 30mila morti”.
Queste parole hanno innescato una durissima reazione formale1 dell’ambasciata israeliana presso la Santa Sede che, tramite rappresentante Raphael Schutz, ha bollato come «deplorevole»2 la dichiarazione di Parolin.
Nella puntata del 17 febbraio (dal minuto 16) del programma RAI3 “In mezz’ora” il Card. M. Zuppi, presidente della CEI, ha rilasciato un’ ampia intervista in cui, tra le altre cose, è tornato sul tema del conflitto e ha ribadito la condanna all'antisemitismo e la richiesta di un "cessate il fuoco" in Terra Santa. Riferendosi poi alle dichiarazioni del cardinale P. Parolin, ha poi sottolineato che Il Segretario di Stato “ha detto quello che stanno dicendo molti governi, e cioè ‘cessate il fuoco’”, perché “questa operazione non giustifica un numero di vittime grandissimo”, rimarcando come “dobbiamo sempre cercare di vedere la pace, la guerra è sempre una sconfitta terribile. Ogni giorno in più è un giorno di angoscia. La pace è qualcosa che richiede molti esperimenti, molti tentativi, va cercata con ostinazione e siamo convinti che arriverà”3
E’ innegabile come, al di là delle più recenti polemiche, la Santa Sede, tramite Papa Francesco, sin dall’inizio abbia condannato con forza il “pogrom di Hamas” del 7 ottobre, cercando tuttavia di mantenere una linea di equidistanza tra le parti in conflitto, battendosi sempre e comunque per la difesa dell’ uomo e dell’umanità in generale. Lo testimoniano i molti interventi succedutisi dopo il 7 ottobre:
🔹 nel dopo Angelus dell’8 Ottobre :
..Seguo con apprensione e dolore quanto sta avvenendo in Israele, dove la violenza è esplosa ancora più ferocemente, provocando centinaia di morti e feriti. Esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle vittime, prego per loro e per tutti coloro che stanno vivendo ore di terrore e di angoscia. Gli attacchi e le armi si fermino, per favore, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione, ma solo alla morte e alla sofferenza di tanti innocenti. La guerra è una sconfitta: ogni guerra è una sconfitta! Preghiamo perché ci sia pace in Israele e in Palestina!..
🔹 nel discorso del 6 novembre all’Udienza della Delegazione della Conference of European Rabbis del (non letto dal Papa, in precarie condizioni di salute per una bronchite, ma consegnato ai delegati);
🔹nell’udienza del 22 novembre, in forma privata, di due delegazioni una di israeliani che hanno parenti tenuti in ostaggio da Hamas e l’altra di palestinesi con congiunti detenuti nelle carceri dello Stato ebraico. A questa ha fatto seguito il Video - Appello del Santo Padre per la campagna speciale di preghiera per la pace nel mondo e in Terra Santa diffuso attraverso la Rete Mondiale di Preghiera del Papa.4
🔹 nel Discorso dell’ 8 gennaio ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per la presentazione degli auguri per il nuovo anno:
….Non posso in questa sede non ribadire la mia preoccupazione per quanto sta avvenendo in Palestina e Israele. Tutti siamo rimasti scioccati dall’attacco terroristico del 7 ottobre scorso contro la popolazione in Israele, dove sono stati feriti, torturati e uccisi in maniera atroce tanti innocenti e molti sono stati presi in ostaggio. Ripeto la mia condanna per tale azione e per ogni forma di terrorismo ed estremismo: in questo modo non si risolvono le questioni tra i popoli, anzi esse diventano più difficili, causando sofferenza per tutti. Infatti, ciò ha provocato una forte risposta militare israeliana a Gaza che ha portato la morte di decine di migliaia di palestinesi, in maggioranza civili, tra cui tanti bambini, ragazzi e giovani, e ha causato una situazione umanitaria gravissima con sofferenze inimmaginabili. Ribadisco il mio appello a tutte le parti coinvolte per un cessate-il-fuoco su tutti i fronti, incluso il Libano, e per l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi a Gaza. Chiedo che la popolazione palestinese riceva gli aiuti umanitari e che gli ospedali, le scuole e i luoghi di culto abbiano tutta la protezione necessaria. Auspico che la Comunità internazionale percorra con determinazione la soluzione di due Stati, uno israeliano e uno palestinese, come pure di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la Città di Gerusalemme, affinché israeliani e palestinesi possano finalmente vivere in pace e sicurezza. Il conflitto in corso a Gaza destabilizza ulteriormente una regione fragile e carica di tensioni. In particolare, non si può dimenticare il popolo siriano, che vive nell’instabilità economica e politica, aggravata dal terremoto del febbraio scorso. La Comunità internazionale incoraggi le Parti coinvolte a intraprendere un dialogo costruttivo e serio e a cercare soluzioni nuove, perché il popolo siriano non abbia più a soffrire a causa delle sanzioni internazionali. Inoltre, esprimo la mia sofferenza per i milioni di rifugiati siriani che ancora si trovano nei Paesi vicini, come la Giordania e il Libano…
🔹nella lettera ai fratelli e alle sorelle ebrei in Israele del 3 febbraio, un testo accorato, commosso, profondo, nel quale il Papa ribadisce la sua vicinanza e la sua preghiera per il popolo di Israele;
🔹nell’attenzione con cui segue costantemente l’evolversi della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza: l’incontro con Padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, l’incontro con il Patriarca latino di Gerusalemme P. Pizzaballa, l’incontro del 17 febbraio con Younis Al Khatib presidente della Mezzaluna rossa palestinese;
Da sempre la diplomazia della Santa Sede, che nel 2016 ha riconosciuto lo Stato della Palestina, caldeggia la “Soluzione dei Due Stati”, ossia la creazione di due Stati separati nella parte occidentale della Palestina storica, uno ebraico e l'altro arabo. Tale posizione era già stata espressa, nel novembre del 2019, con un comunicato della Santa Sede :
…..la Santa Sede ribadisce la sua posizione in merito alla soluzione di due Stati per due popoli, come unica via per arrivare ad una soluzione definitiva dell’annoso conflitto. La Santa Sede sostiene il diritto dello Stato d’Israele a vivere in pace e sicurezza entro i confini riconosciutigli dalla comunità internazionale, ma lo stesso diritto appartiene al popolo palestinese e deve essere riconosciuto, rispettato e attuato. La Santa Sede auspica che le due Parti, negoziando direttamente tra di loro, con l’appoggio della Comunità internazionale e in osservanza delle Risoluzioni delle Nazioni Unite, possano trovare un compromesso giusto, che tenga conto delle legittime aspirazioni dei due popoli…
e ribadita, in più occasioni, anche negli ultimi mesi:
🔹 30/6/2020: incontro del Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, con gli ambasciatori di Stati Uniti e Israele presso la Santa Sede;
🔹21/11/2023: intervento di Ettore Balestrero, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali a Ginevra, in occasione della 74.ma Sessione Esecutiva dell’Unctad, Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, sul tema dell’assistenza al popolo palestinese.
🔹 16/12/2023: colloquio del Segretario di Stato, P. Parolin con Enas Sayed Mohamed Aly Mekkawy, delegata della Lega degli Stati Arabi, accompagnata dagli ambasciatori di Palestina, Libano, Iraq e Repubblica Araba d’Egitto.
🔹 24/1/ 2024: intervento di monsignor Gabriele Caccia, Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite di New York, nella riunione del Consiglio di Sicurezza;
Importante ricordare come la Soluzione dei due Stati, appoggiata dal Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, è categoricamente rifiutata dallo Stato di Israele, che ha votato in questi giorni una risoluzione contro “ogni tentativo di imporre ad Israele in maniera unilaterale uno Stato palestinese”.
🔎🔎 per approfondire
✨ 100 giorni, vicini a chi soffre - editoriale di A. Tornielli - L’Osservatore Romano - 13/1/2024;
✨ Fermare la carneficina - editoriale di A. Tornielli- L’Osservatore Romano - 14/2/2024;
✨ Terra Santa: il 18 febbraio colletta nazionale per esprimere solidarietà e partecipazione - iniziativa della Conferenza Episcopale Italiana;
✨ Gaza. Un punto di svolta? Con Francesca Mannocchi incontro del 20/2/2024 con la giornalista Francesca Mannocchi e la testimonianza di padre Gabriel Romanelli, parroco dell'unica chiesa cattolica di Gaza, in collegamento da Gerusalemme, organizzato da Molte Fedi - ACLI Bergamo;
✨ Quel vincolo tra ebrei e cristiani - E. Bianchi - La Repubblica - 19/2/2024;

Mercoledì 21 febbraio il Papa non ha tenuto la consueta Udienza Generale perché impegnato, come ogni anno in Quaresima, negli Esercizi spirituali.
Ma cosa si intendiamo con Esercizi Spirituali? Quest’ articolo di A. Di Medio, pubblicato da AgenSir il 21 febbraio, illustra la definizione di Sant’Ignazio di Loyola. Oltre a ciò segnalo sul tema della preghiera:
✨il canale YouTube di Vatican News pubblica, ogni giorno, dal 19 al 24 febbraio, un minuto di meditazioni quotidiane con il predicatore della Casa pontificia, il cardinale Raniero Cantalamessa. Qui le prime quattro meditazioni : 19/2- 20/2 - 21/2 - 22/2.
✨è disponibile sul sito del Giubileo 2025, il sussidio in italiano “Insegnaci a Pregare” preparato dal Dicastero per l’Evangelizzazione in occasione dell’Anno della Preghiera, voluto dal Papa come preparazione al Giubileo 2025. E’ suddiviso in diverse sezioni, dedicate a comunità parrocchiali, famiglie, giovani, monasteri, catechesi, ritiri spirituali e a breve sarà scaricabile anche in spagnolo, portoghese, francese, inglese, polacco.
✨è disponibile il Sussidio per la Quaresima e la Pasqua preparato da alcuni Uffici e Servizi della Segreteria Generale della CEI, coordinati dall’Ufficio Liturgico Nazionale. Si tratta, come spiega Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI nella presentazione, di un “itinerario spirituale che ci invita a riscoprire la bellezza del nostro battesimo, per rinnovare la scelta di seguire Cristo sulla via della croce e prendere parte alla vittoria pasquale”.
✨ si svolgerà nelle giornate dell’8/9 marzo la XI° 24 Ore per il Signore, che quest’anno ha come motto «Camminare in una vita nuova» (Rm 6,4). Come scrive sul sito S.E.R. Mons. Rino Fisichella “scopo dell’evento è rimettere al centro della vita della pastorale della Chiesa, quindi delle nostre comunità, delle nostre parrocchie, di tutte le realtà ecclesiali, il sacramento della riconciliazione. Questo è il centro del messaggio evangelico: la Misericordia di Dio, che ci dà la certezza che davanti al Signore nessuno troverà un giudice, ma troverà piuttosto un padre che lo accoglie, lo consola e gli indica anche il cammino per rinnovarsi.” QUI il sussidio pastorale per l’evento.
In una nota durissima del 14/2 si legge che «giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di tutte le circostanze e dati rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate». In uno dei passaggi della nota si legge che gran parte che gran parte del progetto di Hamas, cioè la costruzione di “questa infrastruttura terroristica, è stato attivamente sostenuto dalla popolazione civile locale». Inoltre si afferma che «secondo i dati disponibili, per ogni militante di Hamas ucciso hanno perso la vita tre civili. Tutte le vittime civili sono da piangere, ma nelle guerre e nelle operazioni passate delle forze Nato o delle forze occidentali in Siria, Iraq o Afghanistan, la proporzione era di 9 o 10 civili per ogni terrorista. Quindi, la percentuale dell’Idf nel tentativo di evitare la morte dei civili è circa 3 volte superiore, nonostante il campo di battaglia a Gaza sia molto più complicato, come già detto» cfr Vaticano: ambasciata Israele contro Cardinale Parolin e Santa Sede - C. Marroni - Sole 24 Ore - 15/2/2024;
Alle polemiche scatenate dall’affermazione è seguita una precisazione dello stesso ambasciatore R. Schutz che, ammettendo di non conoscere benissimo l'italiano, ha chiarito di aver utilizzato nella nota la parola inglese "regrettable" che nel caso specifico andava tradotta con "sfortunata" e non "deplorevole".
cfr.Zuppi: la pace va cercata con ostinazione e arriverà - M. Raviart - Vatican News - 19/2/2024;
Anche in questo caso tuttavia non sono mancate le polemiche, come riportato nell’articolo Il Papa vede israeliani e palestinesi, un caso le sue parole: «Ha parlato di genocidio a Gaza». I parenti degli ostaggi: «Non ha mai condannato Hamas» Redazione Open - 22/1/2024;