#142 - 13 Settembre 2024
Dichiarazione di Istiqlal, Dichiarazioni di Papa Francesco a Timor Leste e il caso Abbé Pierre, Terzo settore deve cambiare nome?
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Uno dei momenti più significativi del Viaggio Apostolico del Santo Padre in Asia e Oceania è stato l’Incontro Interreligioso svoltosi nella Moschea “Istiqlal” a Giacarta, capitale dell’Indonesia. Qui Papa Francesco ha incontrato il Grand Imam, il Prof. Dr. KH Nasaruddin Umar, con cui si è recato in visita al Tunnel dell’Amicizia che collega la cattedrale di Santa Maria Assunta, a Giacarta, alla moschea Istiqlal, la più grande del Sud Est asiatico. Qui il Pontefice ha pronunciato due discorsi, ribadendo il ruolo fondamentale del dialogo interreligioso per percorrere la via della pace e della conservazione del creato.
Alla conclusione dell’incontro i due capi spirituali hanno firmato una dichiarazione congiunta (Joint Declaration of Istiqlal 2024) con cui indicano quali sono le risposte che le religioni, attraverso un impegno comune, possono dare alle gravi crisi del nostro tempo:
Come si può vedere dagli eventi degli ultimi decenni, il nostro mondo sta chiaramente affrontando due gravi crisi: la disumanizzazione e il cambiamento climatico.
1. Il fenomeno globale della disumanizzazione è caratterizzato soprattutto da violenze e conflitti diffusi, che spesso provocano un numero allarmante di vittime. È particolarmente preoccupante che la religione sia spesso strumentalizzata in questo senso, causando sofferenze a molti, soprattutto donne, bambini e anziani. Il ruolo della religione, tuttavia, dovrebbe includere la promozione e la salvaguardia della dignità di ogni vita umana.
2. L’abuso del creato, che è la nostra casa comune, da parte dell’uomo, ha contribuito al cambiamento climatico, comportando conseguenze distruttive come i disastri naturali, il riscaldamento globale e condizioni meteorologiche imprevedibili. L’attuale crisi ambientale è diventata un ostacolo alla convivenza armoniosa dei popoli.
In risposta a questa duplice crisi, guidati dai nostri rispettivi insegnamenti religiosi e riconoscendo il contributo del principio filosofico indonesiano della “Pancasila”, noi, insieme agli altri responsabili religiosi presenti, chiediamo quanto segue:
i. I valori condivisi dalle nostre tradizioni religiose dovrebbero essere promossi efficacemente per sconfiggere la cultura della violenza e dell’indifferenza che affligge il nostro mondo. In effetti, i valori religiosi dovrebbero essere orientati alla promozione di una cultura di rispetto, dignità, compassione, riconciliazione e solidarietà fraterna per superare sia la disumanizzazione, sia la distruzione ambientale.
ii. I responsabili religiosi in particolare, ispirati dalle rispettive storie e tradizioni spirituali, dovrebbero collaborare nel far fronte alle crisi suddette, identificandone le cause e adottando azioni appropriate.
iii. Poiché esiste un’unica famiglia umana globale, il dialogo interreligioso dovrebbe essere riconosciuto come uno strumento efficace per risolvere i conflitti locali, regionali e internazionali, soprattutto quelli provocati dall’abuso della religione. Inoltre, le nostre credenze e rituali religiosi hanno una particolare capacità di parlare al cuore umano e promuovere così un più profondo rispetto della dignità umana.
iv. Riconoscendo la necessità vitale di un’atmosfera sana, pacifica e armoniosa per servire autenticamente Dio e custodire il creato, invitiamo sinceramente tutte le persone di buona volontà ad agire con decisione per preservare l’integrità dell’ecosistema e delle sue risorse ereditate dalle generazioni precedenti, che speriamo di trasmettere ai nostri figli e nipoti.1
🔎🔎 per approfondire il 45° Viaggio Apostolico in Asia e Oceania
✨ Francesco in Asia e Oceania: le tappe e i temi del viaggio - M. Muolo - Avvenire - 30/8/2024;
✨ Il Papa porterà in Asia e Oceania vicinanza e pace, colloquio con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin - Osservatore Romano - 2/9/2024;
✨ il podcast Carta di Imbarco, curato dagli inviati di Radio Vaticana / Vatican News che raccontano tutti i viaggi apostolici del Papa (dall’ episodio 24 in poi);
✨Agenzia Fides - organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie alla voce “ASIA”;
✨ sul sito della Santa Sede (https://www.vatican.va/content/vatican/it.html)nella sezione VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO IN INDONESIA, PAPUA NUOVA GUINEA, TIMOR-LESTE, SINGAPORE(2-13 settembre 2024);
Nel nono giorno del suo Viaggio Apostolico il Santo Padre è arrivato nella Repubblica di Timor Leste. Nel discorso alle autorità nazionali dopo il suo arrivo a Dili, la capitale, Papa Francesco ha fatto un riferimento alla questione degli abusi usando le seguenti queste parole: “…E non dimentichiamo tanti bambini e adolescenti offesi nella loro dignità – questo fenomeno sta emergendo in tutto il mondo –: tutti siamo chiamati ad agire con responsabilità per prevenire ogni tipo di abuso e garantire una crescita serena ai nostri ragazzi”. Il riferimento è alla vicenda delle accuse di pedofilia nel 2002, nei confronti del famoso vescovo ed eroe nazionale Carlos Ximenes Belo, premio Nobel e dell’ex sacerdote americano Richard Daschbach.2
Proprio in questi stessi giorni torna alla ribalta in Francia il caso dell’ Abbé Pierre, fondatore del Movimento Emmaus3. A luglio 2024 era stato diffuso in Francia il Rapporto di Inchiesta (qui in lingua francese e inglese), commissionato al Gruppo Egaé4 da Emmaüs International, Emmaüs France e Fondation Abbé Pierre, per identificare agli atti “gravi” di violenza o molestie sessuali commessi dall’ Abbé Pierre, tra la fine degli anni ’70 e il 2005. QUI il comunicato di EMMAUS ITALIA emesso in data 17 luglio, all’indomani della pubblicazione del rapporto.
L’inchiesta di luglio è nel frattempo è proseguita e ha permesso di far luce su altri diciassette nuovi casi di violenza sessuale commessi dal fondatore di Emmaus, contro ragazze e donne (che si aggiungono così ai sette resi pubblici nel luglio scorso). Come aveva già fatto in una nota emessa a luglio, la Conferenza dei vescovi di Francia (Cef)ha emesso un nuovo comunicato in cui “desidera esprimere il suo sgomento per queste nuove rivelazioni e soprattutto la sua profonda compassione verso tutte le vittime di queste azioni”. EMMAUS ITALIA ha confermato la sua posizione in un nuovo comunicato stampa reso pubblico il 9 settembre 2024, con cui ha illustrato le decisioni del Movimento Emmaus che saranno messe in pratica al più presto:
La Fondazione Abbé Pierre ha deciso di cambiare nome e ha avviato le pratiche necessarie.
Il consiglio di amministrazione di Emmaus Francia presenterà una proposta per la rimozione di “Abbé Pierre, fondatore” dal logo di Emmaus Francia in occasione dell’assemblea generale straordinaria che si terrà a dicembre.
Lo spazio commemorativo di Esteville dedicato all’Abbé Pierre rimarrà chiuso per sempre. Il futuro del centro sarà discusso collettivamente dalle organizzazioni che ne fanno parte nelle prossime settimane.
Sotto la guida di Emmaus International, un gruppo di esperti indipendenti sarà incaricato di individuare e spiegare i difetti del movimento che hanno permesso all’ Abbé Pierre di comportarsi come ha fatto per più di cinquant’anni.
Il Meeting di Rimini ha organizzato il 23 agosto l’incontro “Diritto alla salute e carità” a cui ha partecipato, tra gli altri professore di Economia politica nell’Università di Bologna e presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali-Pas, Prof. S. Zamagni, uno dei massimi esperti del cosiddetto terzo settore.5
Nel suo intervento6 ha illustrato la sua proposta: "Non chiamatelo più terzo settore, meglio settore civile”. Queste le sua parole, riproposte nell’articolo di G. D. Giorgione “Zamagni: non chiamatelo più “Terzo settore”, meglio “settore civile”. Vi spiego perché, pubblicato dal settimanale Vita :
…«Voi mi direte “perché non dici il Terzo settore”? Perché a me non piace! Il Terzo settore non l’abbiamo inventato noi, è stato inventato in America nel 1973, ma lì è ovvio che si chiami così perché viene dopo lo Stato e dopo il Mercato e arriva come una “croce rossa sociale” che aiuta. L’Italia invece ha inventato 850 anni fa quegli enti che si chiamano Organizzazioni a movente ideale-Omi. Quindi “terzo settore” non appartiene alla nostra radice, noi siamo legati alla “società civile”, ecco perché dobbiamo parlare di “settore civile” e non di terzo settore.. Però fintanto che lo chiameremo “Terzo” settore, a questi soggetti al massimo arriveranno ogni tanto delle medaglie di riconoscimento del tipo “siete bravi ragazzi”…Invece mettere in interazione di questi tre vertici vuol dire prendere in considerazione il principio di “sussidiarietà circolare” in cui i tre ambiti pubblico-privato-civile devono interagire fra di loro perché si possa attuare la co-programmazione e poi la co-progettazione, come finalmente ha stabilito anche la sentenza 131/2020 della Corte costituzionale. Finalmente attorno al tavolo siedono il pubblico, il privato e il civile e si decidono le priorità e gli obiettivi utili da raggiungere, poi avviene la co-progettazione che vuol dire scrivere i progetti per attuare quanto è stato co-programmato. Con la sussidiarietà orizzontale, invece, al massimo si ottiene la co-progettazione che già qualcosa, ma non basta in un ambito come la sanità perché a decidere sui nostri bisogni sanitari non può essere soltanto un soggetto pubblico”…..
Tale affermazione ha suscitato un ampio dibattito che continua anche in questi giorni. Tra i principali interventi, tutti apparsi sul periodico Vita, segnalo:
🔹 quello dell'economista di Roma Tor Vergata e anima del Festival nazionale dell'economia civile di Firenze L. Becchetti: Becchetti: da “Terzo settore” a “settore civile”? Passo giusto, ma non basta (27/8);
🔹 quello di Luigino Bruni, Economista alla Lumsa di Roma e cofondatore, proprio con Zamagni, della Scuola di Economia Civile di Firenze: “Terzo settore” addio? L’economista Bruni: «Sì, ma non chiamiamolo “civile”»(28/8);
🔹quello del presidente dell’ Arci nazionale, Massa (Arci): «Cambiare nome al Terzo settore? Giusto gettare il sasso nello stagno» (28/8);
🔹 quello di S. Granata, presidente Confcooperative Federsolidarietà: Granata: «”Settore civile”? Sì, usciamo dal recinto e accettiamo la sfida» (28/8);
🔹 quello della portavoce del Forum del Terzo settore e Vicepresidente nazionale di Legambiente, V. Pallucchi : Terzo settore? Teniamoci il nome, ma diciamo basta a “vestiti” inadatti (30/8)
🔹quello dell’aziendalista della LUMSA F. Giordano, Il fine supera il Terzo (31/8);
La Dichiarazione è nella traduzione in italiano pubblicata dall’Osservatore Romano il 5 settembre 2024.
Un approfondimento della questione degli abusi a Timor Leste è nell’articolo: ll Papa apre la fermata di Timor Est: gli abusi stanno “prosperando in tutto il mondo” a cura della redazione de la “ Rete Abuso” - 10/9/2024;
Emmaus, è il movimento internazionale fondato nel novembre del 1949, a Parigi, dall’ Abbé Pierre, prete-deputato. Oggi, il Movimento raggruppa più di 300 gruppi e comunità sparsi in circa 40 Paesi del mondo. La sede di Emmaus Internazionale si trova a Montreuil Cedex alla periferia di Parigi e coordina le attività del movimento in quattro Regioni: America, Africa, Asia, Europa. In Italia il movimento opera attraverso l’ associazione Emmaus Italia ETS, che riunisce i 16 gruppi Emmaus presenti nel paese. Questa la sua Mission.
Il Gruppo Egaé è un'agenzia di consulenza, formazione e comunicazione specializzata in uguaglianza tra donne e uomini, lotta alla discriminazione, diversità e prevenzione della violenza sessista e sessuale.
In questa intervista di G. Testi, del luglio 2023 allo stesso Prof. Zamagni, si trova un’approfondimento della definizione di “terzo settore” (o settore non-profit) della LEGGE 6 giugno 2016, n. 106 :“ il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi.”
cfr. lo streaming dell’incontro del 23/8/ 2024, salvato sul canale YouTube del Meeting. (minuto 40 e 20”).