#33 - Venerdì 20 Maggio 2022
Stati Generali della Natalità, aggiornamenti sinodali, ancora sulla guerra, i "Santi della Porta Accanto"
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Si è svolta, nei giorni 12 e 13 Maggio a Roma, la seconda edizione degli Stati Generali della Natalità, organizzato dalla Fondazione per la Natalità e promosso dal Forum delle Famiglie. Titolo del convegno è stato : “Si può fare!”. Questo è il testo integrale del saluto indirizzato dal Santo Padre ai partecipanti, in apertura dell’incontro. QUI il programma e i relatori del convegno, nonché la pagina che contiene una ricca rassegna stampa di articoli sul tema della denatalità. Sul canale YouTube degli Stati Generali la registrazione del convegno. Come ha sottolineato il Papa:
.. Il tema della natalità rappresenta una vera e propria emergenza sociale. Non è immediatamente percepibile, come altri problemi che occupano la cronaca, ma è molto urgente: nascono sempre meno bambini e questo significa impoverire il futuro di tutti; l’Italia, l’Europa e l’Occidente si stanno impoverendo di avvenire. C’è una periferia esistenziale in Occidente, poco vistosa, che non si nota immediatamente. È quella delle donne e degli uomini che hanno il desiderio di un figlio, ma non riescono a realizzarlo. Molti giovani faticano a concretizzare il loro sogno familiare. E allora si abbassa l’asticella del desiderio e ci si accontenta di surrogati mediocri, come gli affari, la macchina, i viaggi, la custodia gelosa del tempo libero…È la povertà generativa di chi fa lo sconto al desiderio di felicità che ha nel cuore, di chi si rassegna ad annacquare le aspirazioni più grandi, di chi si accontenta di poco e smette di sperare in grande. Non vedere il problema della denatalità è un atteggiamento miope; è rinunciare a vedere lontano, a guardare avanti…
Non è la prima volta che il Papa interviene su questo tema: lo aveva già fatto nel discorso pronunciato il 14 /5/ 2021 in occasione dell’apertura della Prima edizione degli Stati Generali della natalità 2021 1 e nel dopo Angelus del 26/12/2022:
..E parlando della famiglia, mi viene una preoccupazione, una preoccupazione vera, almeno qui in Italia: l’inverno demografico. Sembra che tanti hanno perso l’aspirazione di andare avanti con figli e tante coppie preferiscono rimanere senza o con un figlio soltanto. Pensate a questo, è una tragedia…
e ancora nella Catechesi dell’Udienza Generale del 5/1/2022:
..L’altro giorno, parlavo sull’inverno demografico che c’è oggi: la gente non vuole avere figli, o soltanto uno e niente di più. E tante coppie non hanno figli perché non vogliono o ne hanno soltanto uno perché non ne vogliono altri, ma hanno due cani, due gatti … Eh sì, cani e gatti occupano il posto dei figli. Sì, fa ridere, capisco, ma è la realtà. E questo rinnegare la paternità e la maternità ci sminuisce, ci toglie umanità. E così la civiltà diviene più vecchia e senza umanità, perché si perde la ricchezza della paternità e della maternità. …. La paternità e la maternità sono la pienezza della vita di una persona. Pensate a questo. È vero, c’è la paternità spirituale per chi si consacra a Dio e la maternità spirituale; ma chi vive nel mondo e si sposa, deve pensare ad avere figli, a dare la vita, perché saranno loro che gli chiuderanno gli occhi, che penseranno al suo futuro. E anche, se non potete avere figli, pensate all’adozione. È un rischio, sì: avere un figlio sempre è un rischio, sia naturale sia d’adozione. Ma più rischioso è non averne. Più rischioso è negare la paternità, negare la maternità, sia la reale sia la spirituale. Un uomo e una donna che volontariamente non sviluppano il senso della paternità e della maternità, mancano qualcosa di principale, di importante….
🔎🔎 per approfondire: Ecco come cambiare rotta Subito, il tempo è scaduto - A. Celletti - Avvenire - 14/5/2022 : intervista al presidente del Forum e della Fondazione per la natalità.
Ulteriori documenti di sintesi pubblicati sui siti diocesani: Sintesi dell’ascolto e del discernimento relativa al cammino sinodale attuato nella Diocesi di Brescia e la Sintesi dell’Arcidiocesi di Palermo.
Dal 13 al 15 maggio si è svolto il secondo incontro dei referenti diocesani del Cammino sinodale cui hanno preso parte 242 referenti (laici, presbiteri e diaconi, consacrate e consacrati) e 12 Vescovi delegati dalle Conferenze Episcopali Regionali.
Quali i prossimo passi nel 2022? La riflessione di questa “tre giorni”, che si è concentrata sulle istanze emerse dalle sintesi diocesane, proseguirà durante l’Assemblea Generale della CEI, in programma dal 23 al 27 maggio, quando i Vescovi cercheranno di focalizzare le priorità su cui continuare il secondo anno del Cammino sinodale. Le proposte che emergeranno saranno poi restituite ai territori a fine maggio, per un ulteriore discernimento su base regionale, e una volta recepite le eventuali integrazioni verranno consegnate ufficialmente alle Chiese locali in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale (Matera, 22-25 settembre 2022)2.
A latere, un’amara riflessione sul Cammino Sinodale: Lo ammetto: io dal Sinodo non sono stato toccato di S. Di Benedetto pubblicata il 2 maggio 2022.
Come il Patriarcato di Mosca ha «arruolato» il Vaticano nella guerra - contributo a firma di quattro docenti universitari – Thomas Bremer (Münster), Regina Elsner (Berlino), Massimo Faggioli, (Philadelphia)e Kristina Stoeckl (Innsbruck) rilanciato da MicroMega - 10/5/2022;
Sul degrado morale dell’Occidente - V. Mancuso -13/5/2022
Continua ad essere accolta nelle varie parrocchie d’Italia la mostra itinerante “Santi della porta accanto”voluta dall’Associazione Don Zilli e il Centro culturale San Paolo, con il supporto comunicativo del Gruppo editoriale San Paolo. La mostra consiste in 32 pannelli e presenta 24 figure di giovani “testimoni della fede”, alcuni già beati, altri Servi di Dio, altri ancora giovani “normali”, ma esemplari per la qualità della loro fede. La mostra è divisa in 4 sezioni:
credenti di diversi continenti: Claire Crocket, Floribert Bwana-Chui, Ragheed Aziz Ganni
vivere con fede la malattia: Gianluca Firetti, Carlotta Nobile, Chiara Corbella Petrillo, Angelica Tiraboschi, Chiara “Luce” Badano, Maria Cristina Mocellin
sulle orme dei giganti di ieri: Rosario Livatino, Giuseppe Fanin, Pier Giorgio Frassati, Alberto Marvelli, Teresio Olivelli
martiri della missione: Giulio Rocca, Mario Bonzaga, Ezechiele Ramin
santità nel quotidiano: Carlo Acutis, Filippo Gagliardi, Santa Scorese, Sandra Sabattini, Alberto Michelotti e Carlo Grisoglia, Mario Restivo, Marco Gallo
Il titolo della mostra riprende il concetto di tanto caro a Papa Francesco di «Santi della porta accanto» introdotto nell’ Esortazione Apostolica “Gaudete ed esultate” dove sottolineava come i santi non sono solo quelli già beatificati e canonizzati, ma il “popolo” di Dio, cioè ognuno di noi, chiamato a vivere la santità come un itinerario fatto di “piccoli gesti” quotidiani:
Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, “la classe media della santità” (Cap.1,7)
Simile concetto era stato poi ripreso anche nell’omelia del 1/11/2019 :
…L’odierna solennità di Tutti i Santi ci ricorda che siamo tutti chiamati alla santità. I Santi e le Sante di ogni tempo, che oggi celebriamo tutti insieme, non sono semplicemente dei simboli, degli esseri umani lontani, irraggiungibili. Al contrario, sono persone che hanno vissuto con i piedi per terra; hanno sperimentato la fatica quotidiana dell’esistenza con i suoi successi e i suoi fallimenti, trovando nel Signore la forza di rialzarsi sempre e proseguire il cammino……I Santi che oggi celebriamo nella liturgia sono fratelli e sorelle che hanno ammesso nella loro vita di avere bisogno di questa luce divina, abbandonandosi ad essa con fiducia. E ora, davanti al trono di Dio (cfr Ap 7,15), cantano in eterno la sua gloria. Essi costituiscono la “Città santa”, alla quale guardiamo con speranza, come alla nostra mèta definitiva, mentre siamo pellegrini in questa “città terrena”. Camminiamo verso quella “città santa”, dove ci aspettano questi fratelli e sorelle santi…. Tra loro ci sono tanti testimoni di una santità «della porta accanto, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio» ( Gaudete et exsultate, 7).
E anche nell’ Omelia della Messa “nella Cena del Signore” del 9 /4/2020, in una San Pietro deserta per l’emergenza coronavirus, aveva nuovamente «Santi della della porta accanto» :
… non posso lasciar passare questa Messa senza ricordare i sacerdoti. I sacerdoti che offrono la vita per il Signore, i sacerdoti che sono servitori. In questi giorni ne sono morti più di sessanta qui, in Italia, nell’attenzione ai malati negli ospedali, e anche con i medici, gli infermieri, le infermiere… Sono “i santi della porta accanto”, sacerdoti che servendo hanno dato la vita…
e ancora nell’Udienza Generale del 7/4/2021:
..Se nella nostra vita le prove non hanno superato il colmo, se ancora siamo capaci di perseveranza, se malgrado tutto andiamo avanti con fiducia, forse tutto questo, più che ai nostri meriti, lo dobbiamo all’intercessione di tanti santi, alcuni in Cielo, altri pellegrini come noi sulla terra, che ci hanno protetto e accompagnato perché tutti sappiamo che qui sulla terra c’è gente santa, uomini e donne santi che vivono in santità. Loro non lo sanno, neppure noi lo sappiamo, ma ci sono dei santi, dei santi di tutti i giorni, dei santi nascosti o come mi piace dire i “santi della porta accanto”, quelli che convivono nella vita con noi, che lavorano con noi, e conducono una vita di santità…
Tre pensieri fondamentali nel discorso del Papa : il dono (“Il primo pensiero verte attorno alla parola dono. Ogni dono si riceve, e la vita è il primo dono che ciascuno ha ricevuto. Nessuno può darselo da solo. Prima di tutto c’è stato un dono. È un prima che nel corso della vita scordiamo, sempre intenti a guardare al dopo, a quello che possiamo fare e avere. Ma anzitutto abbiamo ricevuto un dono e siamo chiamati a tramandarlo. E un figlio è il dono più grande per tutti e viene prima di tutto”..), la sostenibilità (“sostenibilità, parola-chiave per costruire un mondo migliore. Si parla spesso di sostenibilità economica, tecnologica e ambientale e così via. Ma occorre parlare anche di sostenibilità generazionale. Non saremo in grado di alimentare la produzione e di custodire l’ambiente se non saremo attenti alle famiglie e ai figli. La crescita sostenibile passa da qui”..) e la solidarietà (“La sostenibilità ha bisogno di un’anima e quest’anima – la terza parola che vi propongo – è la solidarietà. Anche ad essa associo un aggettivo: come c’è bisogno di una sostenibilità generazionale, così occorre una solidarietà strutturale. La solidarietà spontanea e generosa di molti ha permesso a tante famiglie, in questo periodo duro, di andare avanti e di far fronte alla crescente povertà”.. )
Il Cammino sinodale continuerà poi nell’anno pastorale 2022-2023 con un’ulteriore fase narrativa in cui ci sarà ancora spazio per l’ascolto e per il racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori. Conclusa la fase narrativa, si aprirà la fase sapienziale costituita da un anno (2023-24) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso di fede del Popolo di Dio. Nel 2025 si vivrà la fase profetica che culminerà in un evento assembleare nazionale da definire insieme strada facendo. In questo con-venire verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le Chiese in Italia saranno chiamate a riconsegnare al Popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio (2025-30).